lunedì 17 gennaio 2011

MANIFESTAZIONE PASTORI A CIVITAVECCHIA: SOLITA SPECULAZIONE DELLA SINISTRA

E’ ormai da tempo che la sinistra italiana ha rinunciato ad essere propositiva in qualsiasi ambito della vita sociale, politica, istituzionale, si da essere ormai accusata, anche al proprio interno, di conservatorismo. Per questo motivo, di fronte ai problemi concreti, che quotidianamente si presentano, anziché offrire soluzioni alternative, come compete alle forze di opposizione, continua a non dare risposte, rifugiandosi dietro le accuse all’avversario, cioè al Male assoluto. L’ossessione del nemico, nel quale può nascondersi il nuovo fascismo, rappresenta un antico tic della sinistra, che continua  a vedere fascisti sempre e dappertutto.
Evidentemente, non esula da questa forma mentis   l’on. Guido Melis, valido opinionista della Nuova, che nella sua teoria del “presumibilmente”, anziché affrontare le cause della crisi agropastorale sarda ed indicare eventuali soluzioni, preferisce sviare il tema, andando ad alimentare uno sterile, quanto inutile, scontro nord contro sud.. D’altra parte, un’analisi storica obiettiva non potrebbe prescindere dalle responsabilità di quelle forze politiche che, cavalcando la monocultura della grande industria hanno contribuito ad affossare tutti gli altri settori produttivi dell’isola, a cominciare dalla pastorizia, considerata   un ostacolo al progresso ed alla modernità. Così come non potrebbero tralasciarsi gli aiuti “agevolati” con cambiali agrarie a tassi di interesse fino al 21%, elargiti già dalla fine degli anni 80. Anche in campo nazionale la rievocazione serena dei  trascorsi conflitti riguardanti gli allevatori padani non gioca a favore dell’avversa teoria, se è vero che negli anni 90 i Cobas del latte, che mobilitarono in una lunga lotta gli allevatori padani, non trovarono, di certo, i favori degli allora governanti, i quali non mancarono di spegnerne i bollori con assalti anche notturni ai loro presidi. Non si dimentichino le parole usate nei loro confronti dall’allora Presidente Scalfaro, che, di fatto, legittimavano l’uso della forza pubblica. Il 15 gennaio 1998 la “marcia su Roma” venne fermata nei pressi del raccordo Anulare e ben 185 allevatori vennero fermati, tradotti nella scuola di polizia di Casal Lumbruso e, successivamente, identificati e denunciati per manifestazione non autorizzata. Allora fu il Polo a protestare.  Certo, alla sinistra fa più comodo rievocare gli inviti a Maroni di cossighiana memoria. La storia, peraltro,  per essere credibile, non va raccontata solo a metà. Se non si è imparziali, ne va la libertà di informazione e con essa  la democrazia. In conclusione, dai fatti oggi in esame traspare che la dove la Lega Nord è radicata sul territorio in essa gli allevatori hanno trovato uno strenuo difensore, come insegna Luca Zaia con la L 33/2009 salva splafonamento delle quote latte. Viceversa, in Sardegna i parlamentari marciano su Roma e si mobilitano solo quando i manifestanti hanno il marchio, cioè il benestare, sindacale. Di che lamentarsi?

Nessun commento:

Posta un commento