sabato 30 aprile 2011

La Lega tra federalismo fiscale e centralità della famiglia

OLBIA. Nessuna contraddizione per loro. Alberto Da Giussano e la Sardegna, il simbolo della Lega nord nel profondo sud. Il carroccio nuragico, strano esperimento, ha superato il disagio iniziale dell'accostamento insolito dei sapori, come un gelato al minestrone. Ora gli adepti del verbo bossiano in terra di Gallura hanno raggiunto una tale maturità da andare da soli. Contro il Pdl. Presentano una loro lista, 28 nomi, e un loro candidato sindaco, Giovanni Nicolò Puggioni, ex generale della Brigata Sassari. Lui con il piglio dell'uomo abituato al comando lancia la carica. «Noi mettiamo al centro dei nostri principi la solidità della famiglia - dice - e lavoreremo perché ritornino centrali proprio la solidità economica e la dignità. Per questo mettiamo al centro il diritto al lavoro del capo famiglia». Difende gli effetti benefici del federalismo fiscale. «Porteranno a Olbia un aumento del 180% dei tributi nelle casse municipali». Poi risolve l'emergenza fiscale con un taglio dei costi. «In Regione si spendono 104 milioni di euro per apparati pubblici - dice Puggioni -, basta ridurre le spese a 50 milioni, più o meno gli stessi della Lombardia». Ma chi si aspetta che la Lega faccia il gioco del Pdl resterà deluso. «In caso di ballottaggio - afferma il generale- invito già da ora tutti i nostri elettori ad andare al mare. Noi vogliamo tenerci lontani da questa guerra tribale tra fazioni che lascerà pesanti strascichi in città». La lega ha 28 consiglieri. Sono Filippo Emma, Loretta Tosi, Giovanni Rocco, Alessandro Manunta, Mario Cocco, Christian Varchetta, Giuseppina Melosu, Matteo Magistrali, Donateòòa Balducci, Giuseppe Iai, Rita Manzoni, Albino Vitiello, Piera Becca, Giuseppe Desini, Carmen Manca, Mauro Morlè, Giuseppe Nativi, Fabrizio Pirina, Raffaele Rais, Maria Margherita Sanna, Antonio Scano, Maria Lucia Serra, Giampiero Todini, Nicola Uda, Michele Clerici, Sessa Fernanda Rossana Sessa, Davide Clerici, Laura Emma. (l.roj)

giovedì 21 aprile 2011

vogliamo ridare sicurezza

Fazzoletti verdi nel taschino. Sono in perfetto “stile lega” i candidati del partito da poco sbarcato sull’isola. Le pareti della sede sono tappezzate di manifesti. «Padroni a casa nostra» recitano. Il simbolo è riadattato al contesto regionale, c’è un nuraghe oltre che Alberto Da Giussano. Ma la Lega Nord ancora non è una realtà radicata nel territorio. «La gente ci guarda con diffidenza, ma certe volte anche con simpatia – dice il candidato sindaco Giovanni Puggioni -  Non dipende dalla questione del razzismo, perché la Lega non è razzista, ma noi dobbiamo pensare prima ai nostri problemi, poi a quelli degli altri». Comunque sia, la Lega Nord Sardinia è riuscita a metter su una lista di ventotto nomi, anche se correrà da sola. L’alleanza con il centrodestra, infatti, è stata scartata dallo stesso Settimo Nizzi, il quale ha preferito l’accordo con il Psd’Az.
«A Olbia c’è un clima teso in questa campagna elettorale, noi vogliamo dare un segnale di sicurezza e di tranquillità». Esordisce così il candidato sindaco Giovanni Puggioni, 62 anni, ex ufficiale della Brigata Sassari in pensione. «Ci sono animi troppo accesi, è un clima che non porta serenità alla comunità». Il programma per Olbia, non è articolato e complesso come quello dei candidati maggiori. «La nostra priorità è ridare dignità, certezza e sicurezza ai cittadini. In questa campagna elettorale ci sono persone che abbassano la testa per una promessa di lavoro. Il voto qui non è completamente libero. Dopo aver risolto questi problemi primari, si penserà al decoro cittadino e alle opere». Per quanto riguarda l’assetto politico cittadino, i leghisti non si sbilanciano troppo. «In un eventuale ballottaggio chiederemo ai nostri elettori di andare tutti al mare – metaforizza il candidato – Noi vogliamo lavorare con chiunque sottoscriva un patto basato sulla legalità e sulla moralità». Infine, il discorso ricade sul tema più caro ai leghisti: il Federalismo. «La città di Olbia, al contrario del resto del Sud Italia, gioverà tantissimo dal piano da noi voluto. La Sardegna, inoltre, è una regione molto ricca. Il problema è che si spende troppo per l’apparato pubblico, per noi basta risparmiare».

sabato 16 aprile 2011

Scende in campo anche la Lega nord

 OLBIA. E' arrivato il tempo della presentazione delle liste dei candidati per le elezioni comunali. E ai cinque nomi di aspiranti sindaco già noti se ne aggiunge un sesto, quello della Lega nord Sardinia: Giovanni Nicolò Puggioni. All'ufficio elettorale del Comune in questi due giorni, si parte stamane e si chiude domani alle 12, verranno presentate in totale 18 liste, mentre i candidati potrebbero essere circa 700.  La Lega Nord, alla fine, ha scoperto il nome del proprio leader: Giovanni Nicolò Puggioni, ufficiale della Brigata Sassari in pensione, nato nel 1949 a Selargius ma da tempo residente a Olbia.

lunedì 21 marzo 2011

amministrative olbia 2011

L a domenica non ha lasciato quasi nulla sul piatto delle amministrative. È più silenzio che chiasso dai tre fronti aperti. Ovvero, centrodestra, asse trasversale sinistra-Api-Fli e indipendentisti di ProgReS. In settimana la Lega farà il nome del suo leader, ma è certificata la nascita di “Uniti e liberi”, il movimento civico che non ne vuole sapere né di Settimo Nizzi né di Gianni Giovannelli .LA LEGA Per le camicie verdi la novità potrebbe arrivare in settimana. I leghisti sono al lavoro su una lista che conta «già 22 nomi (il minimo è 27, il massimo 40)», sottolinea Filippo Emma , coordinatore provinciale. Ma non sarà lui, commerciante, il candidato sindaco, sebbene tenterà la sfida con le urne. Insieme a lui Giovanni Puggioni , ex generale dell'Esercito.

giovedì 10 febbraio 2011

INAUGURAZIONE SEDE LEGA NORD SARDINIA OLBIA

Caro amico , cara amica ,
sono lieto di annunciarti che sabato 19 Febbraio 2011 alle ore 16.30 presso Olbia in via A.Moro n°208 piano primo,verrà inaugurata la sede della LEGA NORD SARDINIA OLBIA. Grazie all' impegno e alla tenacia dei nostri militanti,al duro lavoro realizzato nel corso degli ultimi mesi,finalmente anche la LEGA NORD SARDINIA OLBIA avrà la sua casa.
Una casa che vogliamo condividere con l'intera città,e con tutti coloro che oggi hanno perso la speranza di una politica onesta e che si interessi soprattutto e veramente dei problemi del nostro territorio.
L'evento vedrà il saluto del nostro segretario nazionale sen. FABIO RIZZI.

Ti aspettiamo!
Un cordiale saluto,
il direttivo Lega Nord Sardinia Olbia.

mercoledì 2 febbraio 2011

"Piano particolare per l'Isola"

"Gli attentati contro gli amministratori locali sono atti di terrorismo". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, nell'annunciare ai sindaci della Sardegna e al governatore Ugo Cappellacci le iniziative messe in campo dal Ministero dell'Interno per combattere un fenomeno definito "gravissimo".
"In Sardegna nell'ultimo anno si sono verificati 58 azioni criminali contro amministratori locali, anche se le statistiche ci dicono che i numeri dei delitti in generale nell'Isola sono in diminuzione: -2,7% nel 2009 e -5% nel 2010".
PIANO SPECIALE - "Sono tre le cose che intendiamo fare - ha detto il ministro ad Oristano - costituire nelle Questure un Nucleo investigativo speciale, e di questo ne ho parlato con il capo della Polizia Manganelli, con la collaborazione degli uomini del Servizio speciale operativo (Sco) e dell'antiterrorismo; in secondo luogo l'istituzione dei Patti territoriali, cose mai fatte in Sardegna, sul modello per esempio di quanto fatto in Friuli di recente, per capire immediatamente la dimensione delle Forze dell'Ordine nell'Isola, fare una radiografia della situazione, capire se servono più forze o se è il caso di impiegare meglio quelle esistenti, un problema di qualità più che di quantità, anche perché in Sardegna ci sono 334 presidi di Forze dell'Ordine su 377 Comuni, la media più alta d'Italia. Terzo punto, da attuare subito - ha concluso Maroni - un'azione specifica a tutela degli amministratori in vista della campagna elettorale per le Amministrative che in Sardegna riguarderanno 95 Comuni, 89 dei quali sotto i 15 mila abitanti e quindi piccole realtà esposte al pericolo attentati".
RAPINE IN CALO - "Anche il dato sulle rapine compiute in Sardegna è in diminuzione del 17%, ma ciò - ha aggiunto Maroni - non significa che la nostra attenzione non debba diminuire, anzi dobbiamo trovare, e sono qui in Sardegna per questo, la strada giusta per risolvere il problema. La Sardegna è una realtà diversa da altre parti d'Italia, dobbiamo intervenire in modo mirato per contrastare il fenomeno della violenza. Spesso è stato dimostrato che interventi emotivi, come mandare l'Esercito, non risolvono il problema ma, come abbiamo fatto per Caserta prima e Reggio Calabria poi, anche per la Sardegna dobbiamo studiare un modello utile, efficace nel territorio, perché qui non c'è solo un problema di ordine pubblico, ma di disagio sociale e crisi economica, se è vero come dicono i dati Istat che la disoccupazione giovanile in Sardegna è al 44%".
SINDACI ULTIMO BALUARDO - "I sindaci sono il baluardo della democrazia, la radice in cui cresce l'albero istituzionale della democrazia italiana e qualsiasi azione contro di loro mi preoccupa e rischia di danneggiare il tessuto democratico del nostro Paese". Per far fronte all'emergenza criminalità contro gli amministratori locali sardi, il ministro Maroni ha annunciato che verrà istituita una cabina di regia tra Ministero, Anci e Regione Sardegna per esaminare la situazione e studiare interventi mirati e che il tradizionale appuntamento del 15 agosto a Roma con i centri operativi delle Forze dell'ordine, quest'anno si terrà a Sassari, proprio per dare un segnale forte - ha sottolineato il ministro - della presenza dello Stato e dell'impegno del suo Dicastero per risolvere il problema in Sardegna.

martedì 1 febbraio 2011

Consigli in seduta congiunta per Fenosu


 ORISTANO. Tutti insieme per cercare di capirci qualcosa di più o per provare a fare qualcosa di più. Mercoledì 2 febbraio  giorno della Candelora e della visita del ministro degli Interni Roberto Maroni, per i consigli comunale e provinciale ci sarà lavoro supplementare. Si riuniranno infatti in seduta congiunta per discutere dell’argomento più caldo di questo periodo ovvero la situazione dell’aeroporto di Fenosu.
 Alla riunione in programma alle 17.30 all’Hospitalis Sancti Antoni parteciperanno anche i componenti del consiglio di amministrazione della Sogeaor, la società di gestione dell’aeroporto Campanelli. Alcuni di questi saranno presenti nella doppia veste di consiglieri comunali o provinciali e di consiglieri della Sogeaor. La riunione congiunta servirà per analizzare la situazione dopo gli sviluppi preventivabili degli ultimi giorni, con la Regione che tentenna di fronte al finanziamento della struttura aeroportuale e la compagnia di volo Denim Air che ha sospeso i collegamenti per via dell’enorme credito accumulato in questi sei mesi.

martedì 18 gennaio 2011

SARDEGNA: LEGA AD UNA SVOLTA

La recente discesa in campo della Lega Nord nell’isola, inizialmente, quasi una personale  scommessa di un cow boy solitario, il senatore varesotto Fabio Rizzi, è in realtà apparsa da subito come favorita dalla buona stella. L’alto tasso di astensionismo registrato ai ballottaggi nelle scorse provinciali, chiaro segnale di disaffezione verso i partiti tradizionali, unito alla grave crisi occupazionale in atto, sono evidenti sintomi di malessere e di desiderio di voltare pagina.
Scelte politiche errate, da sempre influenzate dalla demagogia sindacale, hanno per decenni relegato in second’ordine pastorizia, agricoltura e turismo, settori a vocazione naturale, tradizionali cardini dell’economia, pur di privilegiare la grande industria, da sempre assistita, che ha lasciato sul tappeto: disillusione, cassa integrati e, quel ch’é peggio, grave inquinamento e disastri ambientali. Per decenni, ciclicamente, si è ritenuto che la richiesta di  “autonomia”, anche in questi giorni invocata, fosse la panacea per tutti i mali. In realtà, il suo fine è stato sempre quello di questuare da Roma l’ennesimo intervento assistenziale, che, di fatto, è servito per rafforzare la sudditanza nei confronti dello Stato centrale. In tal modo, si è rafforzato, da un lato, l’atavico sentimento di schiavitù, da cui il sardo, pur soffrendone, tarda ad affrancarsi, dall’altro il potere dei partiti tradizionali, che, profittando del bisogno, impongono una logica clientelare. In questo contesto, si colloca la recente proposta di legge della Lega di riduzione della Sardegna a due sole province a forte autonomia, sul modello del Trentino Alto Adige, su cui i media isolani, volutamente hanno calato il sipario. A nulla sono valsi i tentativi di spiegare il perché di una scelta che vede un’altra realtà similare veleggiare sempre ai limiti dell’eccellenza, sia in termini occupazionali, che di reddito ed efficienza amministrativa. Il potere mediatico, che di fatto, guida e controlla la politica italiana, è sempre stato lungimirante nell’individuare oggi l’avversario del domani. I risultati ottenuti nel governo dall’azione della Lega, a tutto vantaggio dell’intero territorio nazionale, sono sotto gli occhi di tutti, sondaggisti compresi, il che giustifica il timore per l’ascesa, specie nel sud, di un movimento interclassista, né di destra, né di sinistra, che nasce tra la gente e per la gente, ponendosi come unico obbiettivo la protezione del territorio. Certo, è difficile nascondere il “peccato originale”, cioè la minaccia di secessione, che è servita a liberare il Nord dalle pastoie romane, snellendo la gestione amministrativa e contribuendo a ridurre gli sprechi. Raggiunto l’obbiettivo, peraltro, il Nord e per esso la Lega , non devono esimersi da un ulteriore sforzo per liberare il resto del paese da quel che non funziona. Il federalismo fiscale, che molti utilizzano per alimentare lo scontro Nord contro Sud, al contrario, deve rappresentare il momento per mettere a nudo i mali, evidentemente,  esistenti nel meridione. Come di recente affermato dal presidente Napolitano “la discussione appare falsata da penose dispute contabili e recriminazioni sul dare e avere tra Nord e Sud. I veri meridionalisti non sono mai stati indulgenti e non possono esserlo ora verso ciò che nel mezzogiorno non va”. E’ arrivato ora il momento quindi di varcare il guado, per trasmettere al resto del paese il segnale chiaro della presenza della Lega, divenuta ormai un movimento a tutto campo, pronta ad assumersi responsabilità sempre più ampie, forte dei suoi risultati governativi. In tale contesto, ben può, anzi deve inserirsi un concreto intervento atto al superamento della grave crisi nel settore agro-pastorale sardo, che rappresenta il cardine sacro della società isolana. Dietro le decine di migliaia di aziende oggi in lotta, vi è un’intera regione, specie nelle zone interne, ad economia prettamente pastorale. Con questo, nessuno vuole dimenticare la crisi della grande industria, che ha messo sul lastrico centinaia di occupati. E’ innegabile che la causa debba ricondursi a scelte sbrigative che, abiurando il passato, intravedevano il miraggio del Nord, calpestando i settori storici dell’economia ed il turismo, l’unico, che fortunatamente non conosce  crisi. Appare opportuno, anzitutto, analizzare le cause di tanto disastro ed individuare scelte alternative in grado di risollevare l’economia isolana. A tal fine, stante l’incapacità della classe politica sarda,  ribadisco, ancora una volta, l’opportunità di affidare ad una Commissione apolitica bipartisan, formata di super esperti, sul modello Sarkosy, il compito di suggerire le soluzioni. Non vi è più tempo. L’ auspico è che la Lega, ormai riconosciuto leader di concretezza,  non voglia sprecare l’opportunità, rendendo più agevole la corsa sulle praterie aperte dal recente astensionismo.

lunedì 17 gennaio 2011

MANIFESTAZIONE PASTORI A CIVITAVECCHIA: SOLITA SPECULAZIONE DELLA SINISTRA

E’ ormai da tempo che la sinistra italiana ha rinunciato ad essere propositiva in qualsiasi ambito della vita sociale, politica, istituzionale, si da essere ormai accusata, anche al proprio interno, di conservatorismo. Per questo motivo, di fronte ai problemi concreti, che quotidianamente si presentano, anziché offrire soluzioni alternative, come compete alle forze di opposizione, continua a non dare risposte, rifugiandosi dietro le accuse all’avversario, cioè al Male assoluto. L’ossessione del nemico, nel quale può nascondersi il nuovo fascismo, rappresenta un antico tic della sinistra, che continua  a vedere fascisti sempre e dappertutto.
Evidentemente, non esula da questa forma mentis   l’on. Guido Melis, valido opinionista della Nuova, che nella sua teoria del “presumibilmente”, anziché affrontare le cause della crisi agropastorale sarda ed indicare eventuali soluzioni, preferisce sviare il tema, andando ad alimentare uno sterile, quanto inutile, scontro nord contro sud.. D’altra parte, un’analisi storica obiettiva non potrebbe prescindere dalle responsabilità di quelle forze politiche che, cavalcando la monocultura della grande industria hanno contribuito ad affossare tutti gli altri settori produttivi dell’isola, a cominciare dalla pastorizia, considerata   un ostacolo al progresso ed alla modernità. Così come non potrebbero tralasciarsi gli aiuti “agevolati” con cambiali agrarie a tassi di interesse fino al 21%, elargiti già dalla fine degli anni 80. Anche in campo nazionale la rievocazione serena dei  trascorsi conflitti riguardanti gli allevatori padani non gioca a favore dell’avversa teoria, se è vero che negli anni 90 i Cobas del latte, che mobilitarono in una lunga lotta gli allevatori padani, non trovarono, di certo, i favori degli allora governanti, i quali non mancarono di spegnerne i bollori con assalti anche notturni ai loro presidi. Non si dimentichino le parole usate nei loro confronti dall’allora Presidente Scalfaro, che, di fatto, legittimavano l’uso della forza pubblica. Il 15 gennaio 1998 la “marcia su Roma” venne fermata nei pressi del raccordo Anulare e ben 185 allevatori vennero fermati, tradotti nella scuola di polizia di Casal Lumbruso e, successivamente, identificati e denunciati per manifestazione non autorizzata. Allora fu il Polo a protestare.  Certo, alla sinistra fa più comodo rievocare gli inviti a Maroni di cossighiana memoria. La storia, peraltro,  per essere credibile, non va raccontata solo a metà. Se non si è imparziali, ne va la libertà di informazione e con essa  la democrazia. In conclusione, dai fatti oggi in esame traspare che la dove la Lega Nord è radicata sul territorio in essa gli allevatori hanno trovato uno strenuo difensore, come insegna Luca Zaia con la L 33/2009 salva splafonamento delle quote latte. Viceversa, in Sardegna i parlamentari marciano su Roma e si mobilitano solo quando i manifestanti hanno il marchio, cioè il benestare, sindacale. Di che lamentarsi?

Alimentari, dal Carroccio una legge sulla tracciabilità

«La legge sull’etichettatura dei prodotti alimentari è stata proposta dalla Lega Nord e sarà discussa in sede legislativa in queste settimane dalla commissione Agricoltura».
Con queste parole il deputato trentino del Carroccio Maurizio Fugatti risponde ai lettori di legablog che commentarono nei giorni scorsi la posizione della Lega Nord in difesa dei prodotti locali, nello specifico quelli della regione Trentino Alto Adige.
Fugatti in particolare si riferiva a prodotti «omogeneizzati a base di frutta denominati Crescendo, venduti dalla Cooperazione trentina e prodotti per conto di Coop Italia in Germania», come scritto sulle etichette. Il parlamentare si lamentava della scelta: non vi sono aziende italiane che possano fornire gli stessi prodotti? Tra i commenti postati, in particolare, un lettore si chiedeva «se serve una legge specifica anche sul made in italy alimentare» e, rivolto alla Lega, «se avete una proposta» e se questa «sarebbe applicabile al caso».
La risposta quindi è sì: la Lega ha in cantiere un provvedimento che è stato proposto e discusso nella commissione Agricoltura, e di cui proponiamo il testo per chi fosse interessato alla lettura integrale del documento.
«La legge – conclude Fugatti – prevede l’obbligo della indicazione di origine e la tracciabilità di tutti i prodotti alimentari, come già avviene per esempio sulla carne».

Veneto: no alla tassazione dei versamenti di solidarietà

alluvione venetoTutte le risorse raccolte dopo l’alluvione in Veneto attraverso il versamento volontario o iniziative di solidarietà concorrono a formare reddito imponibile delle aziende beneficiarie, costringendo i già sfortunati cittadini a doverci pagare anche le imposte. Il problema è stato sollevato dal deputato veneto Gianluca Forcolin durante il “question time” alla Camera. Rivolgendosi al ministro per i Rapporti con il Parlamento, Elio Vito, Forcolin a nome del gruppo Lega Nord ha chiesto di trovare una soluzione normativa che consenta alle famiglie venete colpite dall’alluvione di non considerare imponibile fiscale – e quindi tassabile – quelle somme introitate o da introitare a titolo di donazione o contributo volontario.
«Le piogge eccezionali che hanno colpito il Veneto dal 31 ottobre al 2 novembre scorso – ha detto nel corso dell’intervento – hanno provocato un vero e proprio disastro idrogeologico, mettendo in ginocchio il tessuto socio-economico della regione Veneto e rendendo inutilizzabili migliaia di abitazioni civili, industrie manifatturiere, aziende agricole e di allevamento».
«Sulle economie delle famiglie italiane che si sono strette al popolo veneto – ha spiegato Forcolin – c’è stata già un’imposizione fiscale importante, che è stata versata per produrle. Chiedere oggi un’imposizione a chi ottiene e introita questi versamenti significa prevedere una doppia imposizione. Detassare questi versamenti sarebbe un segnale importante del Governo, per dare maggiore concretezza, ma anche per liberare ulteriori risorse dalle casse governative stesse: perché maggiori risorse lasciamo agli imprenditori e alle famiglie, minore sarà la richiesta che questi faranno poi al Governo per ripartire con un’economia normale e rilanciare il tessuto produttivo veneto così disastrato da questo evento».